CONGRESSO MUNDIAL DO AMIANTO:
PASSADO, PRESENTE E FUTURO
Osasco (Brasile) 17-20 Settembre 2000 

by Benedetto Terracini

 

 

Non si può raccontare questa esperienza in seimila (e forse neanche in sessantamila) battute. Un evento destinato a lasciare un segno positivo in tutte le persone che in un modo o nell’altro state toccate dall’amianto. Prima di tutto, quelle che ne hanno subito gli effetti sulla propria pelle, ma anche quelle che ad esse sono vicine, per umana solidarietà, e anche per coerenza, rigore di principi e metodo scientifico. Un episodio più unico che raro di convergenza, dialogo e confronto tra vittime del lavoro, operatori sanitari, assistenti sociali, politici, sindacalisti, avvocati, igienisti industriali, addetti alla sicurezza, epidemiologi e storici della salute. Trecento persone da una cinquantina di paesi, all’insegna del libero scambio di informazioni ed esperienze, giustificato (come specificava l’annuncio del congresso) "dal nuovo spirito di uguaglianza che anima il movimento internazionale anti-amianto … nel quale non c’è posto per la subordinazione dei bisogni del Sud ai dettami del Nord". Il tutto animato da quell’incredibile cocktail di simpatia, intelligenza, efficienza, onestà che è Fernanda Giannasi, ingegnere industriale, donna di rara coerenza intellettuale e senso della giustizia (bersaglio di minacce per le sue denuncie di irregolarità). L’organizzazione del congresso, poi, non ha fatto una piega, neppure quando poco prima dell’ inaugurazione all’aperto – compresi fuochi d’artificio – minacciava un temporale.

Perché Osasco? Per oltre mezzo secolo a poche decine di metri dal Teatro Municipale, sede del congresso, c’era l’Eternit (ora demolita). Sono poche le famiglie di Osasco che non contano qualche congiunto esposto all’amianto. Una esperienza raccontata in un commovente libro (Vitimas dos ambientes de trabalho. Rompendo o silencio) con splendide illustrazioni, efficiente esempio editoriale da parte di vittime di una irresponsabile forma di produzione industriale. E’ a Osasco che ha sede l’ABREA (Associazione Brasiliana di Esposti all’Amianto), che ha promosso il congresso, insieme alla BAN (Ban Asbestos Network) e all’ IBAS (International Ban Asbestos Secretariat). E’ l’ABREA che in Brasile si è preoccupata di documentare che non è materialmente pensabile che vi possa essere un uso "controllato" dell’amianto (tesi peraltro largamente confermata da esperienze che sono state descritte nel corso del congresso, – soprattutto da delegati provenienti dagli Stati Uniti). E’ quindi l’ABREA che si è resa attiva per rifiutare il principio che in Brasile l’amianto – in tutte le sue forme, crisotilo compreso - possa avere una considerazione diversa rispetto all’Unione Europea e che reclama l’estensione ai paesi extra-europei, Brasile per primo, della proibizione di attività di estrazione, manifattura, commercio ed esportazione dell’amianto e dei prodotti contenenti amianto. Il rifiuto dei doppi standard, cioè di standard più stringenti nei paesi più ricchi e meno stringenti nei paesi più poveri, è stato un altro motivo ricorrente del Congresso, insieme a quello dell’ambiguità delle organizzazioni internazionali di fronte al tema (descritta da Barry Castleman – altra figura che ha vivacizzato il congresso di Osasco - sul numero 1 di E&P di quest’anno).

Fatalmente molta discussione ha riguardato la Eternit, compresi i reinvestimenti in territori cileni abitati dagli indiani Mapuches, per discutibili speculazioni, da parte del suo pregresso unico proprietario, Stephan Schmidheiny. Di Schmidheiny dice tutto (o quasi) la sua dichiarazione, a proposito di Pinochet, che "un paese del terzo mondo che sceglie una economia di libero mercato deve avere un forte stato". Bob Ruers (vecchio socialista olandese, un politico che fa allargare il cuore per la sua capacità di andare alla sostanza dei problemi), ha proposto un boycottaggio europeo dei prodotti della Eternit e la creazione di un fondo mondiale di solidarietà per le vittime della Eternit (ha anche invitato a riflettere sulle contraddizioni insite nel fatto che la Eternit è un largo finanziatore della Fondazione Olandese per la Ricerca sul Cancro)

Come ha detto nel suo discorso inaugurale il dr. Joao de Souza Filho – segretario della salute del comune di Osasco - ogni cittadino residente in Brasile è esposto mediamente, ogni anno, a 1400 grammi di amianto, rispetto ai 100 dei residenti negli Stati Uniti e ai 500 in Canada. E le stime epidemiologiche sull’entità degli effetti dell’amianto, in Brasile, si scontrano con difficoltà logistiche (prima ancora che finanziarie) per gli ostacoli imposti a chi cerca di creare delle basi di dati (un tema ripreso anche da delegati di altri paesi in via di sviluppo, come l’Angola).

Insieme ai membri dell’ABREA, i delegati di altre associazioni di esposti ad amianto, in Giappone, in Australia, in Olanda, in Slovenia, negli Stati Uniti, e – per l’Italia - a Casale Monferrato, hanno dato il giusto metro della partecipazione dei non addetti ai lavori agli interventi di appoggio alle vittime e alla ricerca epidemiologica (anche se, ovviamente, quest’ultima era marginale rispetto a tutto l’impianto del Congresso).

Vi sono state alcune ottime relazioni che hanno documentato irresponsabili (e criminali) andazzi del modo di lavorare in diversi paesi: i i casi Limpet e quello della Turner and Newell in Gran Bretagna, le miniere in Sud Africa, il recente caso del "Cape", in cui sono stati riconosciuti uguali diritti ai lavoratori sudafricani e a quelli inglesi.

Su tutti questi temi "Epidemiologia e Prevenzione" intende tornare quando saranno pronti gli atti del Congresso

Uno dei molti aspetti affascinanti della presenza locale al congresso è stata l’interazione con il progetto "Familia Negritude". Un programma – in gran parte in atto - di mobilitazione sociale in Osasco, per i diritti dei bambini e dei giovani. Le ingiustizie da amianto non sono che un aspetto delle ingiustizie sociali. La presenza della Familia Negritude è stata molto discreta durante le sedute scientifiche, ma dopo le sette di sera il palcoscenico del Teatro Municipale di Osasco era per loro e per i congressisti che volevano unirsi alle loro espressioni artistiche. Anche a questi ragazzi era rivolto uno dei messaggi conclusivi del Congresso Mondiale dell’Amianto, "per piccolo che tu sia, potrai sempre lottare, per grande che tu sia, potrai sempre perdere"

 

Benedetto Terracini

December 12, 2000

 

 

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